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FUORI DAGLI SCHEMI

SCRIVE: FABIO MASSIMO FAGGI

“OUT OF THE BOX “… “FUORI DAGLI SCHEMI” …!

MA… “FUORI” DOVE?

Esiste veramente un confine tra lo spazio mentale schematizzato e un presumibile vuoto esteriore che sia ancora da riempire con immaginazioni assolutamente libere?

Esiste una linea oltre la quale ci si possa ritenere esenti da ogni pressione di schema mentale?

Se una tale dimensione esistesse davvero, sarebbe l a T abula R asa d ella m ente: u n azzeramento neurale e neuronale che ripristina il cervello umano alla condizione di partenza, riproponendo una verginità esistenziale sconcertante e fragilissima; perché di schemi si vive, così come un computer vive di programmi.

E proprio come i programmi informatici, gli schemi di pensiero sono molti e sovrapposti l’un l’altro, come veli di cipolla, come scatole cinesi o matrioske russe, fatti di esperienze, abitudini e criptomnesie; e questi schemi disegnano le architetture della nostra Forma Mentis: mappe indispensabili per ipotizzare ogni navigazione o spostamento nei continenti del pensiero.

È pertanto illusorio pensare di potersi liberare da tutti gli schemi mentali che ci compongono perché di schemi è fatta la nostra personalità, il carattere pensante e ogni nostra dinamica intuitiva.

Tuttavia… se l’ espressione verbale “Out of the Box” esiste nella maggior parte delle lingue, e se adesso se ne parla molto, ciò significa che esiste perlomeno l’ astrazione di tale idea e certe volte anche una pulsione che ambisce verso tale direzione, seppure senza una meta assoluta raggiungibile.

Qualcuno protesta e sfida le misure di un piano standardizzato, si desidera oltrepassarlo e cioè “qualcosa” accusa una eccessiva pesantezza di un programma in questione, quella procedura che magari ci aiuta nella velocizzazione di uno scopo decisionale a costo, però, di una assenza di critica e di consapevolezza ragionevole dei percorsi mentali e soprattutto dei risultati.

Anche questioni di tempo, di gusti, di giustizie…

Il fatto è che nella misura colloquiale a cui ci si riferisce, la “Box” in questione è un protocollo di pensiero a cui sono assoggettati certi individui, persone che si abbandonano ad un automatismo mentale che accetta i presupposti di chi o che cosa l’ abbia originato, sospendendo, per il bene comune del gruppo, l’ esercizio della libertà di analisi e di critica, che è tuttavia indispensabile per la vera autodeterminazione.

La Box, lo Schema, da cui certe volte è saggio venire fuori, altro non è che l’ automazione del ragionamento: una forma di proto-intelligenza artificiale che proprio come l’ Intelligenza Artificiale nasce da una sintesi ed impone una consuetudine imperante.

Nel corso della storia, lo Schema Mentale, cioè la “Box”, ha indiscutibilmente offerto all’ umanità anche certi tangibili vantaggi quali: la velocizzazione del consenso, la coesione di gruppo, la creazione di un carattere sociale e l‘economia dei processi decisionali.

Si potrebbe addirittura affermare che quasi ogni programma educativo sia un esercizio che propone uno schema e sarebbe ingenuo contro-proporre una ostilità generalizzata nei confronti di ogni struttura schematica.

Ma la contemporaneità ci sfida con elementi che esasperano catalizzazioni preoccupanti e molti cittadini si rendono conto, ogni giorno di più, della pericolosità di schemi mentali costruiti e sigillati, per la prima volta nella storia, dai poteri industriali dei mass media e da forze politiche sempre più arroganti che desiderano imporre se stesse in virtù di legittimazioni fideistiche.

Il libero pensiero invece è inversamente proporzionale all’ efficienza dello schema di pensiero imposto, perché più sono forti e impenetrabili le pareti della “Box” (della Scatola ) e minore risulterà la capacità di critica e di alternativa residua per i cittadini liberi e dissenzienti.

Ogni schema, ogni “scatola” e ogni programma si difende e si legittima col presupposto della sua inopinabile bontà; e la ridicola presunzione del “Politically Correct Thinking” ne è esempio paradigmatico!

In realtà, la politica non è ne corretta ne incorretta, è solo relativa: è semplicemente il confronto di tutte le posizioni presenti all’ interno della Polis. Ed è pertanto la rappresentazione dinamica di un risultato che fondamentalmente resta sempre al di là delle idee di bene e di male.

L’ appropriarsi in maniera esclusiva di certe parole e/o espressioni (nonché di interi schemi di pensiero) altro non è che un escamotage di chi vorrebbe imporsi in virtù di una superiore intelligenza verbale o addirittura di un monopolio lessicale sempre più spesso imposto per legge.

E allora, cosa può esser fatto per liberarsi dalle “scatole” in cui siamo imballati e dagli schemi che ci sono imposti?

Quale strumento risulta più utile per difendere la nostra Libertà di Pensiero e le nostre Capacità di Critica?

In altre parole: come possiamo davvero saltare “Out of the Box” e formulare nostre proprie opinioni che siano il più esenti possibile da consuetudini collettive?

Possiamo farlo solo rivendicando il diritto a una scelta estetica, apprezzando profondamente le nostre analisi e rispettando le nostre scelte, senza paura dei costi da pagare per la nostra Diversità.

Come? Ebbene, in senso psicologico e personalistico, esistono abbondanti lavori accademici che suggeriscono sistemi finalizzati allo sviluppo del pensiero creativo e alternativo (vedi: Joy Guilford, Edward De Bono, Ellis Torrance, Tony Buzan . . .) e che rappresentano anche ottimi metodi facilitativi per nuovi movimenti mentali.

Ma in senso più propriamente esistenziale, l’ingrediente chiave per uscire dalle gabbie del pensiero indotto è, da sempre, la forza propulsiva di ogni libertà, cioè: il Coraggio!

Coraggio per fronteggiare la disciplina imposta dal pensiero dominate, Coraggio per affrontare reazioni di disapprovazione e accuse di esuberanza, Coraggio per oltrepassare ostacoli e pesi inerziali dei sistemi in comando e Coraggio per credere in se stessi e difendersi da soli di fronte a moltitudini di individui programmati dai sistemi avversi.

Chi pensa fuori dagli schemi, chi pensa veramente “Out of the Box”, sarà sempre combattuto, ridicolizzato e vilipeso dai servi acritici di ogni potere.

Ma la Storia deve proprio a questi individui i maggiori crediti della nostra evoluzione e sarà grazie al loro Coraggio che potremo liberarci dalle paludi distopiche del pensiero convenzionale che ci affoga.

Perché per pensare liberamente è necessaria la Libertà;
e la Libertà non ce la porge nessuno : la Libertà, qualunque Libertà,
la si prende sempre e soltanto da soli.

E basta.

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OUT OF THE BOX

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