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IL MIO BELGRADO

SCRIVE: LORENZO BARTOLINI
FOTO: MIA MEDAKOVIĆ-TOPALOVIĆ

Ci sono tanti posti..- i posti sono come le persone; sono tutti diversi ma di base hanno tutti delle stesse caratteristiche.

Gli occhi, il naso, la bocca, il corpo…. ciò che contraddistingue i balcani in generale sono gli opposti:

– Vale tutto ed il suo esatto contrario.

Mi piace Belgrado. La città nella quale vivo ormai da anni.

Belgrado, capitale della Ex Jugoslavia, è una città che ti accoglie con un sorriso appena accennato.

Un po’ sorniona ti si rivela piano piano.

Come una donna che corteggi, e quando pensi di averla in parte capita, di fatto ti dimostra che non hai ancora capito niente della sua essenza e delle sue mille sfaccettature.

Nei suoi tanti caffè e bar, a parte i clienti occasionali, vedi sempre le stesse persone.

Sono come piccole tribù, che come un mantra ripetono lo stesso rituale.

E’ un aspetto curioso ma molto rassicurante perché vedere le stesse facce ti fa sentire un po’ a casa e chi vive lontano dai propri affetti e dalle proprie abitudini si sente a proprio agio nel ricrearsi delle nuove abitudini nella nuova realtà che lo ospita.

Come dicevo inizialmente una delle caratteristiche che la contraddistinguono maggiormente è quella di essere una contraddizione in termini:

– ricchezza, opulenza, povertà, la dignità nel viso e nei modi delle persone che vedi appartenere ad un’altra epoca, si mescolano con i comportamenti di chi invece ha ottenuto una ricchezza di recente formazione con la conseguente mancanza di cultura che albergava diffusamente in queste latitudini. (più che si mescolano direi “convivono” visto che rimangono distinte con le loro identità e di fatto occupano solo gli stessi luoghi)

Capita di frequente che voltando l’angolo di una strada si abbia la sensazione di essere in un altro luogo a chilometri o anni di distanza.

I mercati e i mercatini, la bohemien/turistica Skadarlja da una parte, la vita notturna con i suoi splav e i locali underground dall’altra.

I blocks di Novi Beograd, mi riferisco a quelli più fatiscenti e dall’altra parte il Belgrade Waterfront.

E’ una grande città dove le persone commentano e parlano delle vite degli altri, fanno gossip su chi hanno visto e con chi o su cosa gli hanno detto, come avviene nelle piccole cittadine di provincia.

L’architetto Le Courboisier la definì la città più brutta del mondo nella posizione più bella. (Le Corbusier visitò Belgrado dopo che le bombe l’avevano più e più volte sfregiata per cui faccio mia solo la seconda affermazione).

Una città molto bella quindi dove due grandi fiumi si incrociano al centro della città sotto la Roccaforte e il parco di Kalemegdan.

Belgrado è raggiante in primavera. È grigia come certi suoi cieli d’autunno. E’ scura d’inverno, Scura come il Danubio quando piove.

Ha fascino da vendere questo pazzo, pezzo d’Europa, e non solo per la sua splendida posizione.

Il fascino della sua storia, delle sue sconfitte, delle sue rughe, delle sue contraddizioni, dei suoi eccessi, delle sue intemperanze, del suo orgoglio, dei suoi amori mai tiepidi, della sua graffiante ironia (che leggi quotidianamente sui murales e nei commenti alla situazione economica e politica sui social network) e infine della sua forza.. Perfetta sintesi della città e dell’essere belgradesi.

Ecco perché Belgrado può essere tutto e il contrario di tutto.

E mostrare addirittura il suo essere snob, perché Belgrado è anche snob.

Distaccata, cosmopolita – è difficile trovare a Belgrado chi non sia capace di esprimersi in una lingua che non sia il serbo- multietnica e soprattutto tollerante. Tollerante nei confronti di chi ti fuma addosso, di chi parla a voce alta, di chi beve come una spugna, di chi stramangia, di chi occupa per ore un tavolo in un bar avendo ordinato niente altro che un caffè.

Il Paese per sua storia sofferta, sembra avere sviluppato gli anticorpi e l’antidoto alle frustrazioni e alla velocità del mondo contemporaneo che tende a fagocitare gli individui.

Una spesso inconsapevole distanza e un sano distacco rendono i ritmi di vita più umani……

Qui il tempo scorre più lento che nelle nostre città. Nessuno sembra avere mai fretta e tutti sembrano sempre disponibili a fare quattro chiacchiere. Certo c’è la crisi, qui più che altrove, ma la gente ci è abituata.

Le persone e la vita hanno un ritmo più rilassato, un po’ Europa e un po’ Balcani, Belgrado non è una città dove le persone semplicemente risiedono, ma è un luogo dove la gente vive con intensità, fa festa, sogna e soffre, e spesso fa tutto questo allo stesso momento.

Troppe guerre e privazioni nel passato recente per non godere di questa “vacanza” anche se di soldi ce n’è pochi. Per ridere, piangere, vivere insomma. Spesso eccedendo, va detto, ma i miei concittadini serbi sono così. Bianco o nero. Amici o nemici. Estremi sempre. In politica, nello sport, nelle loro tormentate questioni di cuore.

Le donne mandano avanti il Paese nella quotidianità; sono loro che con il loro senso di responsabilità, la loro forza, le loro energie di madri, mogli e amanti, donne single, giovani e anziane, svolgono la gran parte del lavoro quotidiano sia in ufficio sia a casa, non trascurando mai i lavori domestici e i propri figli.

Orgoglio nazionale, è quello che più di tutto si percepisce; orgoglio delle proprie radici, cultura, cucina, luoghi, folklore e di tutto il bello che c’è nel Paese.

Anche se le abitudini cambiano e tutto si globalizza penso che una delle grandi ricchezze della Serbia siano proprio le tradizioni; grazie all’orgoglio e soprattutto ai piccoli paesi e cittadine della Serbia sono sicuro che non si perderanno.

Il popolo serbo in sintesi è un popolo in divenire, ma le caratteristiche migliori a mio avviso, sono quelle che ha già; dignità, orgoglio, identità e fierezza nazionale.

Non sarà mai banale, è una terra di confine.

Se tutto va male beviamo una rakija anche ai funerali, se tutto va bene beviamo una rakija, beviamo una rakija comunque e guardandoci negli occhi fotografiamo questo momento.

Belgrado è una città che piano piano ti entra dentro…

Si vive molto il presente, l’oggi, forse per assenza di grandi aspettative di un futuro migliore…

Belgrado promette sempre.., e mantiene le promesse fatte, ripromettendo di nuovo….

Mi piace Belgrado.

che mi ha adottato e mi ha dato una nuova casa.

Živeli!

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